prefazione "uomini e basta"

Prefazione di Uomini e basta Fare un passo indietro spesso significa riuscire a guardare le cose da una diversa prospettiva, cogliere l’essenziale, quel dettaglio che era sfuggito e che rende sublime l’immagine nel complesso. Così avviene nell’arte, ma altrettanto accade nella vita. In “Uomini e basta” di Pietro Buccinnà accade proprio questo, che Antonio, reso cieco da un sentimento che visto troppo da vicino non è riuscito a cogliere, ha avuto bisogno di tempo e di fare i conti con se stesso prima di capire l’errore commesso nel non lasciarsi andare all’amore. Certo, quel ragazzo non avrebbe mai neppure immaginato ciò che la vita aveva in serbo per lui; ancora minorenne e contro il volere del padre decide di arruolarsi per andare a combattere: ciò che conta sono gli ideali fascisti e l’amore incondizionato verso la Patria, non può sapere che il suo destino è ben altro. Combatte con lealtà, convinto di fare la cosa giusta, di dover difendere il proprio Paese a costo della sua vita e non capisce il valore dei sentimenti, perché la ragione ancora prevale su quel corpo giovane e inesperto. Quando vede morire i suoi compagni, dopo essere rimasto fermo per tanto tempo in attesa del suo momento, quando finalmente ascolta le parole di chi gli mostra una verità diversa da quella che lui si è costruito con cura nella mente, inizia a capire che la realtà ha sfumature impercettibili che rendono la vita più complessa di ciò che appare. Non esiste solo il bianco o il nero, non c’è solamente la via giusta e la via sbagliata, non è sempre sì o no, ci sono tanti aspetti e motivi e sentimenti che fanno della vita un’esperienza unica. Il suo modo di stare al mondo cambia nel momento in cui un suo sottoposto gli presta il suo sguardo per osservare ciò che è intorno e dentro di lui, usando le parole per raccontare, le carezze e i baci per fargli sentire. Lui si ritrae, inizialmente, non gli è permesso vivere un sentimento, seppur confuso, per un uomo, va contro ogni logica, contro ogni suo valore, contro soprattutto ciò che è lecito, ma comincia a sentirsi vivo, più carne che mente, più sangue che pensieri, più cuore che ragione… Il tempo però spesso non dà il tempo di cui si ha bisogno per realizzare, trovare il coraggio, mettersi in discussione ed essere realmente se stessi, e si arriva a fare i conti quando è troppo tardi, quando la guerra ti ha mostrato il suo lato peggiore, quando la morte ti ha privato degli amici, quando la verità ti ferisce con la sua purezza. “Uomini e basta” è una storia che ha dell’incredibile, che ci racconta di come un uomo ancorato alle sue ferme ragioni, possa cambiare in nome di ideali più veri e di sentimenti irripetibili. La storia narrata da Pietro Buccinnà è reale, vibra di emozioni, accoglie le varie alternative che la vita pone dinanzi al cammino del protagonista, ce le racconta con naturalezza, spontaneità e passione. Buccinnà ci fa vedere le varie tinte presenti in ogni immagine, ci immerge nella storia sia quando parla della guerra, sia quando parla di rimpianti e cambiamenti e soprattutto quando ci dispiega dinanzi una storia d’amore che se per molti è il peccato che si realizza, per noi diventa di rara bellezza. Alessandra Galdiero

uomini e basta

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